Porsche. Perché aggiungere altro? E’ l’auto dei sogni di tanti, più discreta di una Ferrari o una Lambo, meno opulenta di una Rolls o una Maybach. Classica, esclusiva, tecnologica, quotidiana: la dream-car che non dà fastidio. Ma ha prestazioni eccellenti. Gli anni passano e lei resta: piccoli ritocchi, quasi impercettibili, l’aggiornano e aggiungono tecnologia, ma non la fanno mai passare di moda. Lo stesso per gli accessori. Porsche Design Studio sta alla 911 come Lapo sta alla 500. Classe ed eleganza sportiva contro moda giocosa e sbarazzina. In entrambi i casi è un affare di famiglia, che passa da nonno a nipote. Nel caso tedesco abbiamo a che fare con due ingegneri dal nome uguale, Ferdinand Porsche, ma di generazioni diverse. L’ispirazione è la stessa: dare vita alla filosofia della Bauhaus, movimento di architettura e design d’avanguardia che ha dominato il gusto europeo dal 1919 all’avvento del nazismo. Porsche ha fatto risorgere quelle idee e ne ha fatto capolavori d’ingegneria su quattro ruote e suo nipote ne ha inventato lo stile e la moda. A cominciare dagli occhiali, grandi, sportivi con eleganza, classici ma contemporanei, dinamici e sempre attuali, iconici. “Se si analizza la funzione di un oggetto, la sua forma ne deriva automaticamente.” E se è un oggetto firmato Porsche fa sognare. P’8478, il più classico e famoso, ha conquistato generazioni di uomini, dal 1978 fino all’ultimissimo video di Max Gazzè. P’8479, la mascherina per eccellenza, consacrato all’immortalità grazie a Yoko Ono. Innovazione, razionalismo, funzionalismo: la collezione si arricchisce in continuazione attraverso un’accurata ricerca culturale e tecnologica, di materiali e stile. Modelli perfetti per il lavoro e il tempo libero, lo sport e la vita casalinga. Per personalità di successo.
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